I promessi morsi. Storia gotica milanese del secolo XVII
Quale segreto orrore incombe su quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti? Forse, nel Seicento, dire che i nobili succhiavano il sangue alla povera gente non era una metafora? E se un nobile vampiro di nome Rodrigo perdesse la testa per una popolana di nome Lucia? E se tra monache-streghe, banditi-licantropi e frati-ammazzavampiri, spuntassero, dopo la catastrofe della peste, anche i non-morti? Sull'esempio del nuovo filone anglosassone inaugurato da Orgoglio, pregiudizio e zombie, a cui ha fatto seguito una fioritura di variazioni sul tema, questa irriverente riscrittura (che in fondo resta un atto di omaggio al capolavoro manzoniano) introduce nei Promessi sposi le creature uscite da un paio di secoli di letteratura e un secolo di cinema horror, fino a strizzare l'occhio alla saga vampiresca che negli ultimi anni ha goduto di un enorme successo tra gli adolescenti (e non solo): Twilight di Stephenie Meyer.
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