Il presidente bonsai
Quando è partito per la campagna elettorale su una nave da crociera. Quando ha annunciato di voler benedire Palazzo Chigi. Quando parla di se stesso in terza persona chiamandosi "il signor Berlusconi". Quando organizza manifestazioni di piazza contro le decisioni prese dal suo stesso governo. E poi la ricrescita miracolosa dei capelli, la "persecuzione della magistratura", la pornopolitica, le gaffes internazionali. Per tacere del codazzo di avvocati e soubrette, tutti incolonnati dietro al capo e pronti a marciare sul Parlamento. Benvenuti a Berlusconia, il regno della politica avanspettacolo. Una sorta di Repubblica delle Banane che confina con l'Italia e, dicono i maliziosi, un po' le assomiglia. Alcuni degli episodi più beceri o più allarmanti della tragicomica ascesa politica del Cavaliere ce li eravamo dimenticati. Qualcuno pensavamo di averlo solo sognato. E invece è tutto vero. Senza pietà, Sebastiano Messina ci rinfresca la memoria in questa devastante selezione dei suoi migliori pezzi di satira sull'uomo politico la cui permanenza al potere sbigottisce il mondo intero. Attraverso queste fulminanti scene da una berlusconiade, il giornalista e autore satirico ricostruisce una panoramica degli ultimi anni di vita politica nazionale vista dal taglio basso dell'ottica silviocentrica. "Un'antologia sicuramente incompleta" scrive Messina, "di tutto ciò che gli impedisce di diventare un Presidente con la maiuscola e lo inchioda suo malgrado a un destino minore: quello di restare - magari ancora a lungo - un presidente bonsai." E con lui l'Italia che governa.
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