Cortocircuito
Facciamo un gioco: guardiamoci intorno e leggiamo i segnali del profondo cambiamento in atto nel nostro paese. E guardiamoci dentro. Le città, le campagne, le fabbriche e lentamente anche gli uffici, stanno mutando volto. I figli degli immigrati ormai parlano italiano come lingua madre e sono cittadini a tutti gli effetti, ma l'Italia non accetta questa trasformazione, non l'ammette. Eppure senza 'lo straniero' il paese si fermerebbe per l'impossibilità di camminare con le sue sole gambe. È in corso una commistione di etnie, culture, lingue, punti di vista e religioni che ci mette in discussione, spesso in crisi, e di frequente ci spaventa. Ma ci arricchisce. Viviamo un vero e proprio cortocircuito in cui rifiutiamo di riconoscere quanto la nostra storia sia ormai indissolubilmente legata con le loro storie: quella di Dinesh Singh, indiano del Punjab che dismette il turbante per il casco da motociclista; quella delle giovani badanti Gema e Salima - una filippina e una turca - protagoniste di due tragici incidenti; o ancora lo strano matrimonio dell'ucraina Varvara con il quasi novantenne signor Castelli; senza dimenticare il guaio combinato dallo stentatissimo italiano della filippina Emely e il disastro provocato dagli operai rumeni quando, per riscaldare la gelida baracca in cui abitano, si collegano alla rete elettrica... Il nuovo libro di Elena Gianini Belotti è un affresco teso e denso, e al tempo stesso ironico, di una realtà che ci coinvolge tutti, che lo vogliamo o no. Un libro importante che sa tradurre con superba ed energica leggerezza un presente fluido e spesso rimosso.