Shlomo Venezia, miracolosamente scampato, ha iniziato a narrare le sue vicende solo nel 1992, ben quarantasette anni dopo la sua liberazione. Deliberatamente prese questa decisione, conscio del fatto che nessuno volesse ascoltare la sua storia e credere a tanto orrore, anzi, quando provò ad accennare a qualche episodio, a guerra finita, qualcuno lo tacciò di essere uno squilibrato. Riuscì per decenni a non parlarne nemmeno con la moglie e i figli, non voleva che le persone a lui più care, portassero, come lui, un infame peso e fossero contaminate da un simile dolore. Poi, finalmente, trovò il coraggio e scrisse il libro senza omettere nulla...
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