Registi d'Italia
Da più di un secolo ormai la memoria del nostro Paese è impressa su pellicola. Sogni, delusioni, abbracci e veleni, il nostro cinema ha saputo raccontare tutto questo - e molto altro -, consegnando alla storia l'immagine seducente e controversa di un'Italia al contempo popolana e maliarda, pignola e arruffona, metafisica e scollacciata. Lo sguardo dei maestri di ieri ha consegnato al grande schermo tutta la magia del set, ma c'è ancora un mondo intero da scoprire e raccontare, quello che - tecnicamente parlando - è rimasto fuori dall'inquadratura. E' il mondo delle liti coi produttori, delle censure (aperte o silenziose), dei maltollerati controlli di partito, dei salotti che contano. Un delicatissimo sistema di equilibri reso ancora più complesso dalle storie personali di chi il cinema l'ha fatto dietro la macchina da presa: i trascorsi politici o i nodi irrisolti della Resistenza, degli Anni di Piombo, della stagione del trasformismo e di Mani Pulite. Barbara Palombelli ricompone la trama di questa rete di poteri e relazioni, restituendoci intatto il fascino di un'arte che riesce a essere avventurosa e seducente anche quando svela i suoi aspetti più umani. In "Registi d'Italia" tre generazioni di autori, dal decano Dino Risi al giovanissimo Fausto Brizzi, raccontano il nostro Paese e il proprio mestiere con uno sguardo clinico, spesso impietoso, ma sempre partecipe e curioso. Sono voci diverse e contrastanti, che rinnovano e rafforzano la gloriosa tradizione del nostro cinema, nella speranza che il pubblico di domani abbia sempre dei nuovi indimenticati maestri da rimpiangere.
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