La pelle del diavolo

La pelle del diavolo

Manhattan, una giornata d'autunno tersa, splendente, semplicemente perfetta. La parata del giorno del Ringraziamento sfila lungo le strade stracolme di gente, colori e musica. Fritz Malone si è fermato un momento a godersi lo spettacolo, la folla, una mamma spazientita alle prese con un palloncino invadente - e un uomo armato, in piedi sul muretto di Central Park, che prende di mira il corteo. In un attimo, l'aria si riempie di proiettili e sangue. Non c'è più niente di sacro, pensa Malone, che afferrando la pistola di un poliziotto si lancia all'inseguimento del killer. Lui è un investigatore privato cresciuto nella parte dura della Città, dove coraggio e riflessi pronti sono questione di sopravvivenza. Poco dopo, l'assassino è a terra ferito; e Malone, incappucciato e in manette, caricato a forza su una volante. Ad attenderlo in un luogo che deve restare segreto c'è il capo della polizia: qualcuno che si fa chiamare Nightmare tiene in scacco le massime autorità cittadine, minacciando altre stragi se le sue assurde richieste non saranno soddisfatte. La cifra in ballo è spropositata, le potenziali vittime intollerabili. Malone è l'uomo giusto per questo caso, un battitore libero che può muoversi senza il vincolo delle procedure ufficiali. Ma Nightmare è un maestro nell'arte di confondere l'avversario, e con il procedere della partita la sua identità, protetta da una serie sconcertante di maschere ed emissari, si fa sempre più minacciosa e sfuggente. Nel suo acclamato thriller d'esordio, Richard Hawke tesse una trama formidabile attorno a personaggi vigorosi e a una protagonista, New York, dal fascino torbido e irresistibile.
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