Vorrei che fosse lei
Andrea Zanardi è un mascalzone, d'accordo, ma è anche il più grande seduttore sulla piazza. II suo stile è inarrivabile, perché studia, si documenta e si dedica anima e corpo alla conquista della preda. Zanardi non sbaglia (quasi) mai un colpo, perché si è fatto le ossa sul campo: è a tutti gli effetti un veterano. Eppure ha un cruccio. In fondo, ma proprio in fondo, al suo cinico cuore di 'tombeur de femmes' non può fare a meno di chiedersi da dove nasca il suo viscerale rifiuto per ogni forma di legame: perché il suo interesse per qualsiasi donna si brucia immancabilmente nell'arco della prima, appassionata notte di sesso? La risposta va cercata nella tempestosa stagione del suo apprendistato amoroso, quando Zanardi era solo un ragazzo e non la leggenda vivente che è oggi. II nodo si nasconde certamente sotto la confusione e il dolore dei primi approcci respinti, dei no inaspettati, degli amori imberbi e sfortunati. Ciò che normalmente richiederebbe anni di psicanalisi il nostro risolve, a modo suo, in pochi giorni. In un monastero buddhista alle pendici del monte Fuji, per ordine del suo amico Guru, Zanardi fa correre la memoria fino agli anni dell'adolescenza, per tracciare un esilarante inventario di tutte le donne che, in un modo o nell'altro, lo hanno segnato. Dal bacio perigliosamente scambiato con "la ragazza con l'apparecchio" (d'acciaio, non di perla), alle estenuanti contrattazioni per vincere la ritrosia della prima fidanzata (castissima, ma solo con lui), alle lezioni di piacere impartitegli dalla superfemmina Nina Corallo, Zanardi ci regala così un indimenticabile viaggio attraverso le principali tappe, e i segreti, della sua perversa educazione sentimentale. In bocca al lupo, lettrici e lettori, questa è la via per la Grandezza. Attenti a non inciampare.
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