Il libro dei libri perduti. Storia dei capolavori della letteratura che non leggerete mai
L'unica raccolta completa delle tragedie di Eschilo andò bruciata con il resto della biblioteca di Alessandria nel 640, a causa di un califfo che riteneva blasfeme le opere in contrasto con la Parola di Allah e superflue le altre. In preda a un delirio religioso, Gogol' bruciò di propria mano il seguito delle "Anime morte". Le memorie di Lord Byron furono invece distrutte dal suo editore, spaventato dallo scandalo che avrebbero suscitato. La storia della letteratura è fatta anche di libri perduti per sempre. In questo affascinante volume, Stuart Kelly racconta le decine di modi, tragici o bizzarri, in cui un capolavoro può scomparire. Sotto un certo aspetto - afferma - un libro perduto diventa molto più intrigante, perché vive nell'unica dimensione in cui un'opera può essere perfetta: quella dell'immaginazione. E anche se oggi siamo quasi incapaci di credere all'eventualità di una perdita di quanto viene scritto e conservato con i mezzi offerti dalla tecnologia moderna, dobbiamo avere l'umiltà di ammettere che la letteratura non è necessariamente destinata a sopravvivere. Ma, nonostante questo, un'opera non perde il suo senso o il suo significato: "Ogni vita umana produce un'eco, provoca un cambiamento e influenza il nostro modo di pensare e sentire anche dopo la morte della persona specifica, e lo stesso vale anche per la nostra cultura". "Il libro dei libri perduti" è una storia alternativa della letteratura, un epitaffio, un'elegia a ciò che sarebbe potuto essere. Un libro che rende giustizia alle tante opere distrutte, scomparse, dimenticate.
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