Indecision
Dwight B. Wilmerding ha ventotto anni, una buona famiglia alle spalle (i genitori divorziati da poco, un'amata - anche troppo - sorella maggiore, Alice), e un lavoro precario e molto insoddisfacente: è laureato in filosofia ma risponde all'help desk di un colosso farmaceutico, dove risolve i problemi informatici di quadri e dirigenti (fornirà presto ai suoi capi un pretesto per farsi licenziare). Vive a New York insieme a tre amici, ha una ragazza molto bella, si impasticca parecchio ed è indeciso a tutto. Da piccolo, al pranzo del Giorno del Ringraziamento, restava bloccato con le posate in aria perché non sapeva da cosa cominciare: dal tacchino, dal ripieno o dalla salsa di mirtilli? Oggi, prima di qualunque scelta si limita a lanciare una monetina. Uno dei suoi amici, studente di medicina, gli passa un farmaco sperimentale, l'Abulinix, che dovrebbe guarire dalla sindrome di indecisione cronica. E subito Dwight prende una decisione d'impulso: parte per l'Ecuador e raggiunge Natasha, la compagna di liceo più bella e ammirata. Molte sorprese, altri allucinogeni e - forse - una nuova visione di sé e un nuovo scopo nella vita lo attendono. "Indecision" è il ritratto sarcastico di un'intera generazione di eterni adolescenti. È la scoperta di una voce e di uno stile travolgenti e insieme efficacissimi nella resa dei nostri tempi. È il debutto letterario più acclamato degli ultimi anni: Joyce Carol Oates lo ha definito "dolorosamente esilarante, con personaggi comici che tuttavia non sono mai caricature"; molti critici e scrittori americani non hanno esitato a paragonarlo al "Giovane Holden" di Salinger, e a indicare in Kunkel l'alfiere di una letteratura che, sotto l'apparente svagatezza, si rivela finalmente alla ricerca di sincerità e di impegno.
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