Fucked up

Fucked up

Le torture del carcere iracheno di Abu Ghraib, pubblicate sulle prime pagine dei giornali, ci hanno offerto la versione intestinale, feroce e assurda della guerra. Si trattava di fotografie scattate con piccole macchine digitali a bassa definizione. O con telefoni cellulari. In "Fucked Up" la storia si ripete: lo stesso orrore, la stessa follia. E la stessa tecnologia portatile. Nel libro troverete foto di militari che sorridono davanti al corpo carbonizzato di un iracheno; soldatesse vestite solo di un mitragliatore. Corpi maciullati. Prigionieri incappucciati. Edifici crollati. Immagini violente e drammatiche spedite dai soldati a un sito internet in cambio di materiale pornografico. Nell'introduzione si racconta la storia di queste foto, l'intervento del Pentagono, fino all'arresto del fondatore del sito (Nowthatsfucked-up.com). La postfazione di Marco Belpoliti colloca le immagini di "Fucked Up" nel panorama del fotogiornalismo di guerra.
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