Il nome di Marina

Il nome di Marina

E' un uomo assassinato per poche lire a raccontare una storia drammatica. Racconta, chiuso nel bagagliaio di un'Alfa, la morte di un paese, Marina di Melilli, la Baia degli dei. Un gruppetto di case spuntate tra la Provinciale per Siracusa e il mare. Dune di polvere d'ambra punteggiate di occhi d'angelo, lagune da cui affioravano tesori, vento silenzioso che portava la dolce follia della datura. Si può uccidere un paese intero? Si può, sacrificando sull'altare del dio Progresso una terra felice, toccata dalla grazia per far nascere un grande polo industriale che avrebbe dovuto dare a tutti pane e lavoro. Un progetto inarrestabile, che ha avuto il suo culmine negli anni Settanta. A scompigliare i calcoli è un manipolo di ribelli. Un fornaio che impasta con l'acqua di mare, un macellaio separatista, un giudice assassino, una dottoressa innamorata dell'uomo sbagliato, una giovane mistica che vomita petali di rosa. E l'io narrante della storia, ex deputato del partito L'Uomo Qualunque, che racconta delitti senza castigo e castighi senza delitto rivelando i segreti del mare ferito, dove l'inquinamento e la razionalità delle piattaforme petrolifere non hanno cancellato la memoria di tesori sommersi e sirene incantatrici. Tante tessere di tante storie, come gli antichi mosaici del paese ora coperti di polvere e catrame, compongono la storia al centro del "Nome di Marina". Armati solo della bellezza della loro terra, gli abitanti di Marina danno battaglia a politici collusi, mafiosi, speculatori e al disastro ecologico e sociale che sta inghiottendo la loro vita. Ma invano: nell'erbario di sua nonna, l'io narrante può trovare la ricetta per l'infuso dei sogni felici e per lo sciroppo contro la malinconia, ma nessun rimedio per il cancro industriale che sta corrodendo la spiaggia e il mare. Frutto di una tradizione letteraria siciliana che da sempre intreccia realtà e incanto, questo romanzo magico è anche appassionatamente politico: sono parole come pietre dette dall'unico uomo che ha pagato, da solo, inutilmente.
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