L'Italia rovinata dagli italiani
Al grido di "A furore rusticorum libera nos, Domine!", Leonardo Borgese - protagonista per decenni della scena culturale milanese e nazionale - ha combattuto una vera e propria crociata per salvare le ricchezze artistiche, architettoniche e paesaggistiche dell'Italia dalle mode dei suoi architetti, dall'utilitarismo dei suoi abitanti e dalla miopia della sua classe dirigente. Gli articoli raccolti in "L'Italia rovinata dagli italiani", comparsi sul "Corriere della Sera", sono vere e proprie campagne giornalistiche contro il proseguimento degli sventramenti del ventennio fascista (e del periodo umbertino), contro gli interventi mediocri o volgari della ricostruzione post-bellica, contro le prime grandi speculazioni, figlie del boom economico, al quale non corrispondeva una ugualmente intensa crescita culturale, contro l'abbattimento degli alberi per far posto a sempre più case, sempre più strade, sempre più automobili. Sono scritti che, oltre a restituire al lettore lo spaccato di un'epoca, riga dopo riga, pagina dopo pagina, si rivelano straordinariamente attuali. Con instancabile 'vis polemica', Borgese chiama in causa il governo, le Soprintendenze, il Genio civile, le amministrazioni locali; invoca uomini di cultura al ministero della Pubblica Istruzione, vantaggi fiscali per i possessori di opere d'arte ed edifici di valore artistico-architettonico. In nome di un'Italia colta e civile che oggi più che mai ha bisogno di raccogliere i suoi appelli. Ma anche e soprattutto in nome della bellezza e dell'amore per il nostro Paese.Sulla copertina: Scritti sull'ambiente, la città, il paesaggio 1946-70.
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