Il meglio di Controcorrente
Schietto, indomabile, ironico, in una parola controcorrente. Così é sempre stato Indro Montanelli, e così ha intitolato la rubrica che, dal 1974 al 1992, ha rappresentato uno dei marchi di fabbrica del "Giornale" da lui fondato e diretto. Punta di lancia del quotidiano, col tempo "Controcorrente" era diventata una sorta di prigione che lo costringeva a un obbligo implacabile. I suoi affezionati estimatori si arrabbiavano se non la trovavano e lui, che pure sapeva sempre come raccontare un fatto, di fronte al foglio bianco della finestra satirica trascorreva a volte "ore d'angoscia" in attesa dell'indispensabile ispirazione. Per poi essere magari bersagliato da messaggi di protesta quando qualche lettore, poco abituato a certe stilettate, scambiava i suoi rovesciamenti paradossali per dichiarazioni di principio. "Il meglio di Controcorrente" raccoglie una significativa selezione di quei "concentrati o quintessenze" che lo stesso autore raccomandava di prendere "a dosi ridotte per evitare l'assuefazione". Frecciata dopo frecciata, giorno dopo giorno, viene così alla luce il ritratto di un'Italia che non c'è più ma che pure non deve essere dimenticata. Quasi come fotografie in un album, queste note brevi e acuminate ripercorrono vent'anni di storia nazionale in un controcanto divertito e privo di qualsiasi cinismo. E mostrano in filigrana le battaglie con cui Montanelli ha accompagnato, spesso anticipandolo, il mutare dei tempi, impreziosendo anche le cronache più prosaiche con il suo stile disincantato, ma vibrante di rigorosa passione.
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