La casa vuota
1944: un uomo olandese, fuggito da un lager, combatte in una banda partigiana sul fronte ungherese. Riceve ordini in lingue che non capisce, si muove come un automa in un mondo devastato. Un giorno entra in una villa abbandonata, e decide di restarvi nascosto. L'unico obiettivo è sopravvivere. Ma nella casa irrompono i tedeschi, quindi i partigiani. Nel vorticoso avvicendarsi di vincitori e vinti, accomunati dall'identica follia distruttiva, il protagonista senza nome rivela una ferocia gelida, primordiale, mentre l'intera storia culmina in un'apoteosi di crudeltà assurda, che non conosce pari nella letteratura. Un racconto che non si dimentica, dove freddezza dello sguardo e sobrietà di scrittura nascono da una passione moralmente vigile, capace di trasmettere, insieme, turbamento ed energia.