Ritorno a San Francisco-Tales of the city. 3.
Sono arrivati anche a San Francisco i reaganiani anni Ottanta e gli abitanti della casa al numero 28 di Barbary Lane, superato lo "Spartiacque" dei trent'anni, si preparano ad affrontarli a testa alta, pieni di progetti. Mary Ann vuole diventare giornalista televisiva, senza passare dal letto del suo viscido capo, Brian deve sfuggire al male di vivere che lo perseguita fin dal funerale di John Lennon, Michael non sa decidersi tra quindici diversi colori di Lacoste e tra mille uomini, tutti sbagliati. "Voi tre siete la mia coppia preferita", dichiara la signora Madrigal, la padrona di casa, distribuendo saggi consigli e droghe leggere per rimediare alle crisi dei suoi inquilini. E non sono solo pene d'amore: DeDe Day, tornata in patria come rifugiata cubana gay e perseguitata dal fantasma di un ambiguo predicatore, trascina Mary Ann e tutti gli altri in uno scoop più grande di loro. Nel complicato intrigo che seguirà, a rotta di collo tra navi da crociera e studi televisivi, qualcuno finirà in Alaska e qualcuno in cantina, mentre Michael continua a sospirare: "Vorrei tanto che mi succedesse quelcosa di bello". E succede anche quello. Il conservatorismo avanza, lo spettro dell'AIDS incombe, ma la San Francisco di Maupin è ancora una terra di libere appartenenze, di scandalo e amicizia. I suoi personpggi abitano una casa-zattera di naufraghi del senso comune: ironici e trasgressivi, teneri come il burro, per sopravvivere all'età e ai tempi nuovi si travestono da rapitori, da cowboy, persino da adulti. Con la freschezza che ha incantato generazioni di lettori si chiedono: "E adesso come la mettiamo col presente?". La risposta sorprenderà loro per primi.
Momentaneamente non ordinabile