Porta stretta della conoscenza. Sensi, ragione e fede (La)
Negli ultimi quattro secoli, e in particolare in quest'ultimo, la cultura occidentale ha invaso lentamente, e non sempre in modo pacifico, l'ambito delle altre culture del pianeta, elevando la scienza e la tecnologia al rango di criteri ultimi di verità. Tutto ciò che non è misurabile secondo i parametri della scienza é stato relegato ai margini o addirittura negato. Ma in questo modo l'uomo si preclude la comprensione di una parte importante della realtà, forse addirittura della sua essenza. Nessuna conoscenza particolare, infatti, é indipendente da una visione più o meno esplicita della totalità, e la conoscenza di questo "tutto" non si ottiene con la somma delle conoscenze particolari. Vi si penetra solo per la porta della saggezza, che ci apre all'ideale dell'umanità fin dall'avvento dell''homo sapiens'. Questa porta ha tre chiavi: con i 'sensi' si "tocca" un aspetto del reale, con la 'ragione' si scopre ciò che ci circonda, con la 'fede' si é consapevoli che vi é qualcosa di più. Solo integrando queste tre dimensioni é possibile conoscere il rapporto continuo e ininterrotto di armonia fra uomo, mondo e infinito. Tuttavia la porta della conoscenza é stretta, perché richiede una purezza di cuore non facile da raggiungere: é l'esperienza piena della Vita, l'esperienza mistica, che é un dono offerto a tutti. Muovendo dall'annoso conflitto tra scienza e fede, Raimon Panikkar ci esorta a liberarci da ogni dogmatismo tanto della ragione quanto della fede, così che il metodo scientifico e le tradizioni religiose diano vita a una nuova simbiosi del pensiero, nella consapevolezza che nessuna singola cultura, religione o tradizione può arrogarsi il diritto di rappresentare l'intera gamma dell'esperienza umana. E gettando uno sguardo alle drammatiche sfide del nuovo millennio, invoca la necessità di un dialogo interculturale che consenta una pacifica coesistenza tra civiltà. "La porta della conoscenza" ci ricorda il grande filosofo "é stretta, non sbarrata, ma la dobbiamo aprire tutti insieme."
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