La montagna di luce
È la storia di un viaggio. L'ascesa su una montagna pulsante, un percorso fra sogni e presagi, abissi d'ombra e abissi di luce. L'autrice gioca carte molto alte: è un romanzo moderno, forte, originale, imprevisto e imprevedibile. Il protagonista del viaggio è una donna, Giulia, che però ha come interlocutore un giovane, Marco. Di lei sappiamo tutto, di lui quasi nulla. Lei, partita da una campagna - "una pianura sconfinata, battuta d'inverno da un vento gelido ed arroventata dal sole d'estate" - segnata dalla violenza della miseria, si riscatta guidata dalla speranza e dai sogni-veggenza. Superando numerosi ostacoli, cresce in esperienza, accumula valori, cade, si risolleva, ha successo, ama ed è riamata. Poi incontra sul suo cammino l'ombra della morte. Suo marito, Alfredo, si ammala, può salvarsi solo con un trapianto difficile, difficilissimo. E lei diventa una donna eroica che si batte tenacemente, selvaggiamente per lui. Entra nel mondo degli ospedali, vive fianco a fianco coi chirurghi. Assiste alle operazioni di trapianto, rincuora le madri angosciate, condivide con i pazienti il ritorno alla vita. Osserva stupefatta il bisturi del chirurgo, ma percepisce il movimento della mano divina che dirige il supremo disegno: "Il trapianto è il mistero della morte che dona la vita". Il percorso di Giulia però sarebbe impossibile ed incomprensibile senza la presenza virtuale dell'altro protagonista, Marco, un personaggio dolce e straordinario, quotidiano e misterioso con cui sale, mano nella mano, il sentiero che fiancheggia gli abissi della montagna di luce.
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