Dalì
Il pittore è un essere sul quale non bisogna discutere troppo perché perde la vita in onor nostro e per l'elevazione del nostro spirito. Bernard Shaw una volta disse: "Si usano gli specchi per guardarsi il viso e si usa l'arte per guardarsi l'anima". Per questo la pittura sembra un eterno mascherarsi, la qual cosa fa che urti fisionomicamente e che le sue apparenze riescano quanto mai strane. È facile chiamare pazzo un artista straordinario, è difficile provarlo. Contro questa calunnia, Dalì ha scritto: "L'unica differenza fra me e un pazzo è che io non sono pazzo". Tutt'al più, tenta l'imitazione della pazzia nella sua epoca 'paranoico-critica'. "Metodo spontaneo per la miglior conquista dell'irrazionale, basato sull'associazione 'interpretativo-critica' dei fenomeni deliranti.'' Catalano puro, pieno di quel mattino splendido che c'è solo in Catalogna e che io ho assaporato molte volte con spirito ammirato e fraterno, bisogna tener conto di questo perché da qui viene in gran parte quella sorprendente giovinezza che fa prolifico dinanzi all'ammirazione universale questo geniale giovanotto che riempie la vetrina del mondo, muove le gru o le giraffe di New York, influisce sulla pletorica capitale della civilizzazione. (Dalla Presentazione di Ramon Gomez de la Serna)
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