La peggio gioventù. Una vita nella lotta armata
Valerio Morucci è stato uno dei protagonisti degli anni di piombo. Il 16 marzo 1978 prese parte all'agguato di via Fani, a Roma, in cui fu rapito Aldo Moro e rimasero uccisi i cinque agenti della scorta. Negli ultimi giorni del sequestro tentò invano di opporsi, insieme a Adriana Faranda, all'uccisione del presidente della Dc. Arrestato nel 1979, Morucci ha avuto più condanne all'ergastolo, portate a trent'anni in appello e poi a ventidue e mezzo per l'applicazione della legge sulla dissociazione. Ha poi ottenuto la semilibertà e la libertà condizionale, finendo di scontare la sua pena nel 1994. In questo libro Morucci mette per la prima volta tutto nero su bianco: la sua storia, le origini e le contraddizioni del terrorismo di sinistra, il mito della Resistenza tradita e la ribellione del 1968, la nascita del partito armato e la catastrofe di una generazione in cui principi e ideali hanno lasciato il posto alla fede cieca nella violenza. Il suo memoriale è un'interpretazione dall'interno della storia delle Br in cui si intrecciano racconti autobiografici, descrizioni di vita quotidiana, giudizi sferzanti su capi Br come Mario Moretti e Alberto Franceschini o sui vertici dei partiti alle prese con il sequestro Moro, tentativi di dar conto delle proprie responsabilità e del dolore provocato. Con la speranza che si possa arrivare finalmente a un giudizio sugli anni di piombo capace di chiudere una lunga stagione di morte. Per impedire che, per l'ennesima volta, qualcuno raccolga da terra il testimone della lotta armata.
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