Questi anni alla Fiat
De Benedetti, l'Alfa Romeo, Gheddafi, Cuccia, il "Corriere della Sera", il terrorismo, i partiti, i sindacati, la svolta della Fiat e dell'Italia nelle parole di un testimone d'eccezione. Quando ho fatto questa intervista potevo condividere o meno quello che Romiti diceva, ma l'ho sempre capito. Quando parlo con i politici, invece, spesso guardo il mio taccuino e mi fermo, perché non li comprendo. La chiarezza è un dovere di chi ha un ruolo pubblico. (Giampaolo Pansa) "Un giorno Agnelli chiese a Cuccia: mi fa conoscere questo Romiti?" Comincia così questo lungo racconto autobiografico di Cesare Romiti (all'epoca amministratore delegato della Fiat) che si dipana sul canovaccio delle oltre mille domande preparate da Giampaolo Pansa (all'epoca vicedirettore di "Repubblica"), in cui il manager presenta fatti e retroscena di 14 anni passati al vertice della prima azienda nazionale, dal 1974 al 1988 (anno della prima edizione del libro, qui riproposto integralmente con una prefazione dello stesso Romiti). Un racconto schietto e sincero, ai limiti della brutalità, che ripercorre uno dei periodi cruciali della recente storia italiana: dall'autunno caldo del 1969 fino alla cosiddetta 'marcia dei quarantamila' a Torino, l'epoca del terrorismo, l'inizio della ristrutturazione industriale, la ripresa della Fiat dopo la crisi degli anni Settanta, le lotte interne al sistema economico-finanziario, la nuova geografia del capitalismo italiano. Un affresco vivido della società italiana: le donne, gli uomini, le idee e i luoghi che ci hanno resi quelli che siamo.
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