Non ho problemi di comunicazione
"...AUTUNNO 2002. II periodo in cui in corso Garibaldi è apparsa la scritta NEL DUBBIO DISTRUGGI TUTTO. Il luogo è Milano (Italia), città dell'Europa meridionale che gli stranieri tendono a confondere con altre città europee, come Dusseldorf (Germania), Eindhoven (Olanda), Bruxelles (Belgio). Con una certa parte evoluta di Vienna (Austria) o una certa parte rimasta indietro di Londra (Inghilterra). O con zone non turistiche di Siviglia (Spagna). O certi scorci privi di caratteristiche di Parigi (Francia). Forse è la stessa luce opaca, un chiarore torbido che in autunno a Milano non viene dal cielo ma si spande come un gas da un edificio all'altro e viene riassorbito nel buio alla sera. Forse è l'atmosfera tremante di scarichi di marmitte a norma di una medesima regola comunitaria. Forse è un problema di identità. Io vivo qui, mi trovo bene. Anch'io ho un problema..." Un luogo: Milano. Un'epoca: i primi anni di questo ventunesimo secolo. Un uomo: Marcello, scalcinato lavoratore nel mondo della comunicazione commerciale. La EM, un'agenzia che si occupa di promozione, diretta dall'incomprensibile Elio Marani. Alla EM lavora Marcello che ha uno strano disturbo: vive con una specie di bouquet di tv tematiche nella testa che ogni tanto irrompono nella sua mente, rubano le frequenze alla realtà e la sostituiscono. C'è ad esempio Marcello Classics, un canale che gli ripropone i peggiori errori commessi, oppure Marcello If, cioè dove Marcello sarebbe oggi se quel tal giorno si fosse comportato in un modo invece che in un altro. La comunicazione: il lavoro che oggi tutti fanno anche senza rendersene conto. Un anno nella vita di uno che ha circa sei miliardi di colleghi.
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