Le paure degli italiani
Fino a poco tempo fa, l'Italia pensava di possedere le stesse caratteristiche del calabrone, che riesce a volare sfidando tutte le leggi della fisica. Per anni ci siamo illusi che la tranquilla opulenza di cui godeva il ceto medio sarebbe stata perenne. Poi il tracollo, lento e inesorabile: la nostra economia sta andando a rotoli, come dimostrano i recenti crack di Parmalat e Cirio. La linea d'ombra della 'povertà relativa' è sempre più vicina, lo Stato sembra assente, i cittadini disincantati. Sono andati distrutti i capisaldi dell'economia nazionale - risparmio, titoli di Stato, 'azienda Italia', posto fisso di lavoro - perché il nostro Paese non è riuscito a stare al passo con i tempi e con i mutamenti di scenario portati dalla globalizzazione e dalla rivoluzione tecnologica. E questa volta non basterà appellarsi al mito del 'genio italico' per riparare le falle. Perché l'Italia - come traspare dalle parole di Valerio Castronovo - non assomiglia più a un calabrone, ma a una pachidermica nave che sta lentamente sprofondando.
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