Ghibli

Ghibli

Il 1° settembre 1969 Gheddafi va al potere. Tra la fine della primavera e l'estate del '70 gli italiani sono costretti a lasciare la Libia. Ventimila esuli compiono a ritroso il viaggio dei ventimila che nel 1938 erano sbarcati per realizzare i piani coloniali. Nei giorni della cacciata, mentre le navi e gli aerei li riportano in patria, Tripoli è spazzata dal ghibli, il vento caldo del deserto che rende tutto più insopportabile e che copre ogni cosa con un tappeto di sabbia. Una rivoluzione incruenta si consuma stravolgendo il destino di una nazione e due popoli, decretando la fine di un'epoca di coloni e colonizzatori, di convivenza razzista e pacifica, sottomessa e amica. Luciana Capretti racconta una pagina di storia dimenticata: sulla base di testimonianze e ricordi liberamente romanzati affida a un accorto montaggio l'intreccio delle vicende di molti italiani che scelsero la fuga come risposta alla 'jalaa'. Lorefice Attardi, arrestato con l'accusa di traffico di valuta, appena uscito dal carcere del Cavallino Bianco, escogita un piano per lasciare il paese. Ma non è il solo: come lui, molti altri non vogliono aspettare il visto d'espatrio, studiano piani rocamboleschi per rientrare in Italia. E il mare fra la Libia e la Sicilia diventa teatro di drammatiche sfide. L'odio, covato da decenni contro gli stranieri, prende il sopravvento. Non resta alla fine che la soddisfazione di Mahmud, antagonista inconsapevole di Attardi, che riesce a ottenere il negozio del vecchio padrone italiano fuggito con gli altri. Il ghibli si è nel frattempo placato e, agli occhi di Mahmud, finalmente in possesso delle chiavi dell'oreficeria, sembra che l'ordine delle cose sia ristabilito.
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