E fu settembre

Lucia è una donna bellissima e misteriosa, ma porta con sé una malinconia che pare senza ragione. A lungo i vicini di casa, affascinati e intimoriti da tanta avvenenza, si interrogano sulla sua identità, sul perché abiti quell'appartamento solo nel fine settimana. Qualcosa riescono a scoprire, ma troppo poco, perché il suo segreto non sarà mai veramente svelato. Forse la notizia della sua morte non li stupirà e la ricorderanno sempre come dopo quella vacanza da cui era tornata "così tranquillamente disperata da sembrare normale". Lucia è la protagonista di uno dei cinque racconti di "E fu settembre". Come gli altri personaggi di queste storie anche lei si consuma nell'attesa di una impossibile felicità. Così è per le giovani Elide e Lelè, per lo scrittore abbandonato dalla moglie (quasi un remake su Hemingway), e così è per Enrichetto Norzi, grigio signore di una Roma ormai lontana, che, dopo aver letto l'annuncio delle leggi razziali, capisce che il cerchio sta per chiudersi. Cammina senza meta per le vie di Roma e varca il confine del ghetto, dove riconosce un sentimento di appartenenza che lo riconcilia con se stesso in nome di un destino che dà tragica ragione del suo affanno. Questi racconti di Debenedetti, perfetti congegni di narrazione, scolpiti nella pietra tutti in levare con accanita severità e implacabile crudeltà, quasi cartoni per un romanzo impossibile, condividono un personaggio centrale: Roma, città struggente e disfatta in corsa veloce verso un presente che ancora la minaccia e la corteggia sull'orlo di un abisso.