La rivolta. Varsavia 1944: la tragedia di una città fra Hitler e Stalin

La rivolta. Varsavia 1944: la tragedia di una città fra Hitler e Stalin

Nel corso della Seconda guerra mondiale, Varsavia fu teatro di due eroiche insurrezioni contro gli occupanti nazisti, entrambe soffocate nel sangue: quella più nota degli ebrei del ghetto, scoppiata il 19 aprile 1943 e durata ventuno giorni; e quella altrettanto tragica e cruciale del 1° agosto 1944, spesso dimenticata dai manuali di storia, e lanciata dall'AK, l'Esercito Nazionale fedele al governo polacco in esilio a Londra, quando l'Armata Rossa di Stalin, nella sua avanzata verso Berlino, era arrivata alle rive della Vistola. Convinto che la liberazione fosse imminente, il popolo di Varsavia scese in strada contro la Wehrmacht. Ma i sovietici non attraversarono il fiume, i tedeschi si riorganizzarono e Hitler ordinò una punizione esemplare per la città ribelle: così, dopo oltre due mesi di lotta impari, dopo la morte di circa duecentomila polacchi, Varsavia fu evacuata, i superstiti deportati nei lager o destinati al lavoro forzato nel Reich, e una delle più antiche capitali europee venne rasa al suolo. Il 4 ottobre, l'ultimo bollettino della resistenza diceva: "La battaglia è finita. Dal sangue versato, dalle sofferenze e dalla comune fatica, dai dolori dei nostri corpi e delle nostre anime, sorgerà una nuova Polonia - libera, forte e grande". Invece, quelle sofferenze e quell'eroismo furono rimossi per quasi mezzo secolo. L'Unione Sovietica e il nuovo regime comunista che governò la Polonia dopo la guerra avevano tutto l'interesse a distogliere l'attenzione dagli inganni e dal consapevole attendismo dell'Armata Rossa. Anche gli Alleati occidentali, Inghilterra e Stati Uniti, preferirono far dimenticare di non aver potuto o voluto mantenere le promesse fatte ai polacchi e di averli abbandonati prima nelle mani di Hitler e poi in quelle di Stalin. Così la rivolta di Varsavia, una delle più grandi tragedie del Ventesimo secolo, non è stata finora descritta in tutti i suoi aspetti, anche se - o forse proprio perché - rivela alcune verità fondamentali sulla Seconda guerra mondiale. Oggi, nel sessantesimo anniversario dell'insurrezione, Norman Davies colma questa lacuna e ricostruisce con passione, precisione e forza drammatica (in virtù di una grande mole di documenti inediti) i fatti del 1944, e chiarisce il quadro degli eventi che li precedettero e li seguirono dando voce - grazie alle interviste ai testimoni e ai memoriali dei superstiti - alla sofferenza umana di cui gronda una delle pagine decisive della storia d'Europa. Traduzione di: Caterina Balducci, Camilla Fiorina, Enzo Peru e Andrea Zucchetti.
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