Acque del fondale
Un mondo di immagini e apparizioni baluginante e insieme fermissimo, la rotazione alchemica della sfera sull'invisibile asse dell'enigma, un cosmo di attrazioni acquatiche e visioni liminari (serali, meridiane). Metafisica cesellata di emblemi archetipici e mantici (i Magi, la sfinge, il fondo dell'abisso, la trasparenza dell'acqua marina), sapientemente e sapienzialmente velati, o meglio assimilati, fatti altro, fatti carne presente, resi energetici e vitali quanto invisibili, la poesia di Antonio Di Mauro fonde la perfezione fredda del tagliatore di diamanti con lo spirito avventuroso e fiabesco del viaggiatore mediterraneo, con esiti stupefatti nell'incanto attimico: "La stanchezza è un balsamo per ricomporre / il corpo che va ad abitare l'ombra". In questo apparire e disparire miracoloso di voci e volti, il senso teatrale di una recita imperiosa, domande sillabate nel silenzio: "Qualcuno è assente? / Qualcosa manca? / Dovrà accadere qualcosa?". Forse questi tempi di riscoperta del pensiero meridiano, del fascino fantasmatico della trasprenza e del miraggio, consentiranno di rendere giustizia a una voce poetica originale e forte, interrogativa ed enigmatica, meritevole di ampia risonanza.
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