Immagine, icona, economia. Le origini bizantine dell'immaginario contemporaneo
Viviamo immersi nella civiltà delle immagini-icona. È possibile individuare uno snodo cruciale a cui risalire? Marie José Mondzain, nota filosofa dell'estetica e studiosa del rapporto fra icona e cultura, non ha dubbi: la svolta epocale può essere individuata a metà del XIX secolo con la fine dell'iconoclasmo bizantino, ossia il divieto imperiale a usare immagini sacre. Lo stallo della controversia iconoclasta che durò per ben due secoli, fu superato dall'affermazione di un uso "economico" delle icone. Venne operata a livello filosofico la distinzione fra immagine, ritenuta invisibile, e in quanto tale al riparo da ogni accusa di idolatria, e icona, al contrario visibile, inscrivibile quindi nello spazio pubblico e in grado pertanto di instaurare una strategia pedagogica e politica al servizio della presenza pubblica della Chiesa. La seconda parte del volume è dedicata infatti alla cosiddetta economica iconica e a quanto invece l'elaborazione del concetto di immagine invisibile ci introduca all'arte e alle rappresentazioni astratte della nostra contemporaneità.
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