Strauss
Torna un capolavoro della storia della musica, un’opera insuperata per acume introspettivo e completezza delle fonti. La villa di Garmisch appartenuta a Richard Strauss (sabato 11 giugno 1864 – giovedì 8 settembre 1949) è il punto di partenza dell’opera definitiva di Quirino Principe sul celebre compositore tedesco, nato a Monaco di Baviera e morto nella località montana dell’Austria. Già a partire da quelle confortevoli stanze si avvertono le contraddizioni che mossero il compositore più fuori dai canoni del Novecento: la hofmannsthaliana «profondità in superficie», la coesistenza di significati diversi in ogni battuta della sua musica, il contrasto tra il gusto dell’ibrido e l’inconfondibilità della sua arte. C’è qualcosa di indecifrabile in Richard Strauss, quintessenza della modernità negli anni giovanili della gloriosa affermazione, e capace, in tarda età, di scrivere musica atemporale, disegnata nel linguaggio della tradizione, estranea alle avanguardie e «fuori dalla storia».L'autore, con quest’opera organizzata in cinque grandi sezioni, ci guida passo passo dagli anni della formazione all’ascesa di Strauss, fino all’apogeo del successo internazionale e poi attraverso i decenni amari del nazismo e dell’immediato dopoguerra, fino alla morte.
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