L'invenzione del Mezzogiorno. Una storia finanziaria
"L'invenzione del Mezzogiorno" è la descrizione di come, 'manu militari', il capitale, gli affaristi e le banche tosco-piemontesi abbiano espropriato il Sud delle sue banche, vale a dire lo scheletro creditizio dell'economia meridionale e del primo capitalismo italiano, che vide in Napoli l'unica metropoli a cavallo tra Settecento e Ottocento nella penisola. Colonialismo, perciò, non in terre selvagge, ma di conquista su terre competitive col Nord; un Nord dove spesso la condizione contadina era peggiore. Non accumulazione primitiva tramite la tratta degli africani o su indios immiseriti, ma su una popolazione impoverita radicalmente da una conquista militare e dal furto dei propri strumenti di credito e delle terre. E questo un discredito al farsi dell'Italia? No, qui non si discute il farsi l'Italia, si discute la creazione di una colonia strumentale allo sviluppo del Centro-Nord. L'obiezione che ci fu il plauso per quanto operato sul piano politico-militare da parte di una fascia della borghesia meridionale non è un'obiezione, ma la conferma della lettura di Zitara. Ogni colonia basa il suo perdurare sull'esistenza di una borghesia in loco, che rappresenta il tramite con la metropoli colonialista. Questo volume è una storia finanziaria, è un importante strumento per la storia generale già tratteggiata nei classici saggi di Zitara "L'unità d'Italia: nascita di una colonia" e "Il proletariato esterno".