Ecologica
"Che noi si sia dominati dal nostro lavoro è un'evidenza da centosettanta anni. Ma non lo è il fatto che noi siamo dominati nei nostri bisogni e desideri, nei nostri pensieri e nell'immagine che abbiamo di noi stessi. Questo tema appare già ne "II traditore" (1958) ed è sviluppato in quasi tutti i miei testi posteriori. E grazie a questo, grazie alla critica del modello di consumo opulento, che sono diventato un ecologista ante litteram. Il mio punto di partenza è stato un articolo apparso in un settimanale americano nel 1954. Esso spiegava che la valorizzazione delle capacità di produzione americane esigeva che il consumo crescesse almeno del 50% negli otto anni a seguire, ma che la gente era del tutto incapace di definire di che cosa si sarebbe composto il 50% di consumo supplementare. Spettava agli esperti di pubblicità e di marketing suscitare bisogni, desideri, caricare le merci, perfino le più triviali, di simboli che avrebbero aumentato la domanda. Il capitalismo aveva bisogno che la gente avesse bisogni maggiori. Ancora meglio: esso doveva poter manipolare questi bisogni nel modo più redditizio per se stesso, incorporando un massimo di superfluo nel necessario, accelerando l'obsolescenza dei prodotti, eliminando i consumi e i servizi collettivi per sostituirli con consumi individuali. Partendo dalla critica del capitalismo, si arriva dunque all'ecologia politica, che, con la sua teoria critica dei bisogni, conduce ad approfondire e a radicalizzare ancora la critica del capitalismo."