Gli occhi della pelle. L'architettura e i sensi
L'architettura ha la capacità di coinvolgere, ispirare, accogliere e promuovere l'esistenza umana in tutte le sue espressioni. Per quale ragione, tuttavia, schemi e disegni architettonici che appaiono gradevoli su carta o sullo schermo del computer finiscono per risultare così deludenti una volta realizzati? Questo libro di Pallasmaa, ormai un classico a oltre dieci anni dalla sua pubblicazione e qui proposto per la prima volta in Italia, offre una risposta che diventa un fertile richiamo per chi studia e pratica l'architettura. La cultura contemporanea rivela un predominio della dimensione visiva che, pur avendo profonde radici nella storia della civiltà occidentale, raggiunge oggi proporzioni inedite. Mentre la nostra esperienza del mondo si basa sulla combinata integrazione dei sensi, l'architettura viene pensata e realizzata nel segno del solo senso della vista. Ciò finisce con l'appiattire le potenzialità del manufatto architettonico e dell'ambiente complessivo, che ne resta impoverito provocando spesso distacco e alienazione in chi lo abita. Nella prima il testo offre uno sguardo d'insieme sulla affermazione nella cultura occidentale, a partire dalla Grecia classica, della centralità dell'occhio e della visione nella pratica e nella fruizione dell'architettura. La seconda parte esamina il ruolo degli altri sensi nell'esperienza architettonica, facendo emergere la necessità del nesso corpo-architettura e di un approccio integrale, in quanto "multisensoriale", all'architettura.