Mi chiamavano sovversivo. Memorie di solidarietà operaia

Mi chiamavano sovversivo. Memorie di solidarietà operaia

La testimonianza di questo 'libro italiano', di questo straordinario racconto autobiografico che ripercorre la storia d'Italia del secondo dopoguerra fino al '68 e agli anni '80 e dei suoi cantieri metalmeccanici, di quel mondo fordista che il postfordismo ha solo tragicamente dislocato, e solo in parte, costituisce un contributo, letterario e appassionante nella lettura, di un linguaggio orale messo per iscritto, per intendere due realtà del tempo presente. La prima riguarda lo sfruttamento bolso, calcolato e violento dei lavoratori, quale condizione necessaria al superprofitto, o se vogliamo al sistema della concorrenza capitalista. La seconda riguarda la creatività solidale del mondo subalterno, che nell'aderire o inventare forme organizzate di alternativa è capace dell'impossibile in condizioni insostenibili. La solidarietà operaia dei cosiddetti sovversivi di un cantiere navale è il segno che 'un altro mondo è possibile', da Porto Alegre in Brasile ad Amburgo in Germania. Il no alla violenza di un mondo solidale è una pace dirompente.
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