Iraq. Dalle antiche civiltà alle barbarie del mercato petrolifero
Una piccola guida alla storia della Mesopotamia e dell'Iraq, che della Mesopotamia è, seppur strozzato dalla spartizione coloniale, il diretto erede. Una corsa dalle antiche civiltà sumerico-babilonesi al grande periodo del califfato di Baghdad, età classica del Medioevo islamico. Poi, attraverso la lunga parentesi del dominio ottomano, si giunge alla spartizione coloniale della regione tra le potenze europee dell'inizio del secolo scorso, sino alla nascita dell'Iraq contemporaneo e alla leadership del colonialismo in Medio Oriente rilevata dagli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale. L'Iraq, quasi inibito di sbocco al mare, premuto da regimi vassalli degli USA da un lato, confrontato alla trasformazione dell'Iran da vassallo americano a paese fondamentalista dall'altro, ha condotto una via di parziale pluralismo culturale e religioso, inusuale nella regione, mantenendo una sostanziale indipendenza. Costruito dal colonialismo perché non funzionasse come paese e fosse perciò territorio di facile sfruttamento petrolifero, si è dimostrato capace di funzionare come nessun altro paese della regione. Oggi è afflitto da un regime dittatoriale che è incattivito, incrementato e sostenuto proprio dall'accerchiamento del paese. Oggi è il nemico numero uno delle barbare ragioni del colonialismo per il controllo del petrolio. Della sua demonizzazione sono responsabili le holding petrolifere e gli USA, ma l'Europa se ne è fatta corresponsabile in occasione della guerra del Golfo, come vari regimi arabi.
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