Pellegrino delle frontiere. Ciò che non è dato è perso
"Tutto ciò che non è dato è perso": dopo oltre cinquant'anni trascorsi in India e dieci nei campi profughi della Cambogia, Pierre Ceyrac, gesuita, ne è più che mai convinto. Da quasi settant'anni, Pierre Ceyrac si batte contro la miseria in Asia. Se, in Oriente, è considerato il nuovo san Francesco Saverio, non è soltanto per via della loro comune appartenenza alla Compagnia di Gesù. L'ostinato desiderio dell'uno e dell'altro di immergersi nella cultura dell'accoglienza, li ha spinti entrambi a un profondo rispetto degli altri, senza alcuna distinzione. Con energia poco comune, padre Ceyrac si batte contro le ingiustizie e per la liberazione dell'uomo, al di là delle frontiere culturali e religiose. Egli cerca il viso di Dio attraverso quello dei più derelitti: gli intoccabili, gli orfani, le vittime della guerra e della fame, i mutilati dell'amore. A tutte queste persone Pierre Ceyrac dice che ogni uomo è amato da Dio e da lui perdonato. Pierre Ceyrac, infatti, crede fermamente che un giorno, dopo le 'doglie del parto' in cui attualmente vive il nostro mondo, saranno liberati tutti, quelli che vengono rifiutati e quelli che li rifiutano.Parole raccolte da Paul de Sinety.
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