Ho fiducia in noi. Al di là della disperazione
Sacerdote della Chiesa cattolica melchita a Ibillin, un piccolo villaggio della Palestina, Elias Chacour, arabo e cittadino di Israele, è uno dei testimoni viventi di quella coesistenza considerata impossibile in Medio Oriente. E' un uomo che, nonostante l'amarezza che potrebbe suscitare in lui la storia del suo popolo, non cessa di darsi da fare per riconciliare i due 'fratelli di sangue' che sono gli ebrei di Israele e i palestinesi. L'ossessione che lo assilla è quella di costruire la pace senza mai arrendersi davanti a coloro che distruggono. L'intesa che egli auspica e desidera ha inizio nella scuola che ha fondato a Ibillin, dove 4.500 studenti palestinesi, musulmani o cristiani, ed ebrei israeliani studiano insieme intorno a un corpo insegnante che rappresenta la stessa diversità. E' su questi banchi che prende forma l'Israele di Elias Chacour, una terra di pace dove possano vivere insieme i figli di Dio, questi fratelli ora divisi. Quello che egli rivolge qui ai suoi fratelli ebrei israeliani e ai suoi fratelli musulmani palestinesi è un vibrante messaggio d'amore e un perorare appassionato a favore della pace, non per convertirli alla sua religione, ma per convertirli gli uni agli altri nell'amore di Dio. Se questo "altro uomo di Galilea" parla dal fondo della propria sofferenza, è con la profondità della propria speranza. All'interno un saggio: "Elias Chacour: un altro uomo di Galilea", di Alain Michel.
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