Tannhauser. L'umano atterrito dal soprannaturale
Richard Wagner dichiarò di essere in debito con il mondo. Il debito era Tannhauser, opera impossibile, mai ultimata davvero; un "Musikdrama" che, malgrado l'immenso favore del pubblico, non ha pace, esige un compimento, e non trovandolo vaga come un'anima in pena, come il fantasma di un ucciso insepolto. Tre, forse quattro versioni: oggi, i sovrintendenti, i direttori artistici, i registi, i direttori d'orchestra non sanno bene "quale" Tannhauser essi mettano in scena. Tannhauser è come un bell'adolescente che, in fase di formazione, si senta scontento della propria immagine allo specchio. Ma in tutto il suo tessuto, Tannhauser, quinta opera compiuta di Wagner, manifesta inquietudine e insofferenza. C'è in Tannhauser il presentimento della rivoluzione, della condanna a morte inflitta a Wagner in contumacia, della fuga, di quindici anni di esilio, povertà, minorità sociale... fino al miracolo e alla glorificazione, tuttavia soggetti a tempeste dell'intelletto, dell'eros, della psiche, i cui nomi sono Schopenhauer, Cosima, Bùlow, Nietzsche. Questo libro non è una guida all'ascolto, guidare all'ascolto presuppone un "saperne di più". Qui invece si vuole dare a chi legge il maggior numero possibile di strumenti affinché la lettrice o il lettore possano costruirsi un giudizio. Con queste pagine viene soltanto aperta la porta della sala d'audizione. Il resto è un compito che tocca a chi voglia fruire di ciò che qui viene offerto.
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