Celestino Endrici. Un principe vescovo in Italia (1918-1940)
Celestino Endrici fu l'ultimo principe vescovo di Trento nominato dall'imperatore asburgico. Con la Grande guerra la sua lealtà verso la monarchia danubiana venne messa in dubbio dalle autorità viennesi, al punto che fu costretto ad abbandonare la propria diocesi e confinato nei pressi di Vienna. Al ritorno a Trento, nel 1918 e fino alla sua morte nel 1940, seppe sfruttare al meglio la fama di campione dell'italianità del Trentino per garantirsi il ruolo di interlocutore imprescindibile per le autorità italiane. Il periodo di transizione a seguito dell'annessione al Regno d'Italia lo vide infatti dapprima protagonista e poi regista dell'affermazione della leadership cattolica laica. L'avvento del fascismo interruppe bruscamente il processo di integrazione amministrativa e legislativa in senso moderatamente autonomista cominciato durante il Commissariato civile e pose al vescovo la necessità di adoperarsi attivamente nella protezione del movimento cooperativo e associazionistico cattolico, nonché nella difesa della minoranza tedesca dell'Alto Adige. Ancora una volta Endrici poté contare sulle sue benemerenze nazionali, acquisite durante la guerra, per mantenere la propria autorità nonostante i molti attacchi che i prefetti di Trento mossero contro di lui e in particolare contro il suo governo della diocesi. Lo studio delle vicende di Endrici e del Trentino nel periodo tra le due guerre non serve solo a comprendere meglio la storia locale, ma a gettare luce sui meccanismi di governo della Chiesa in una fase molto critica della storia italiana e europea.
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