Noi che siamo passati dalla Libia. Giovani in viaggio fra alfabeti e multilinguismo
I giovani protagonisti di queste pagine sono da poco arrivati in Italia attraverso la rotta centrale africana, la Libia e il mare Mediterraneo. Hanno percorso a piedi, in bicicletta, in bus, in pickup le strade africane, muovendosi dentro l'universo della diversità linguistica con il piglio sicuro di chi non ne ha paura e sa usarne interamente le risorse. Il loro viaggio ha comportato la permanenza, per mesi o anni, in quell'inferno che è la Libia attuale. Anche in condizioni estreme, come quelle dei luoghi di raccolta per migranti o delle carceri, la loro facilità di acquisizione spontanea di una nuova lingua si è rivelata di grande aiuto fino a diventare un elemento chiave di una prospettiva collettiva che emerge anche qui, in analogia con indagini su altri processi migratori. L'intero volume è attraversato dalle loro voci ascoltate in interazioni spontanee, interviste individuali o di gruppo, durante laboratori di narrazione. Le loro parole e i loro racconti, insieme ai dati quantitativi della ricerca, restituiscono un universo composito, la cui comprensione è utile non solo a chi è interessato al rapporto fra migrazioni e lingue, ma anche a docenti, volontari, professionisti e operatori dell'accoglienza che quelle voci, spesso, stentano a decifrare.