Bruxelles. Terra di frontiera tra mondo latino e tedesco
Straordinario incrocio di culture, non senza conflitti e incomprensioni, incredibile e feconda combinazione di stili, arti e tendenze, Bruxelles può ben dirsi un microcosmo dell’Unione europea, con le sue tante lingue, nazionalità e istituzioni. Nonostante i suoi problemi di integrazione, la città di Magritte e del surrealismo resta una delle capitali più accoglienti e cosmopolite dell’intero continente. «Nelle duecento scorrevoli pagine di Bruxelles l'autore attraversa storia, geografia, cultura della città. Non si sofferma troppo sull'Europa delle istituzioni ma finisce per spiegarne qualcosa di profondo: in quei capitoli c'è tutta la polifonia di una città crocevia del continente, che - a cominciare dalla lingua - sta al confine tra francofonia e mondo tedesco» - Francesca De Benedetti, Il Venerdì Una capitale originale e insolita, vero melting pot di culture ed esperienze diverse, che meglio di altre incarna le molte anime del continente europeo, Bruxelles si situa esattamente alla frontiera tra mondo latino e mondo tedesco e vive di compromessi incredibili e convivenze inaspettate. Il 30% dei suoi abitanti è straniero (di questi il 70% sono europei), conta due lingue ufficiali, tre con l’inglese come lingua franca, è attraversata da un confronto acceso tra laici e cattolici, oltre che da quello di lunga data tra fiamminghi e valloni. Da Marx a Baudelaire, Bruxelles è stata terra d’esilio di numerosi intellettuali europei, e ha nutrito grandi artisti, da Van Eyck a Magritte, ma è stata anche culla di una straordinaria rivoluzione industriale e capitale di un grande impero coloniale. Come tutto questo trovi una sua sintesi imperfetta nella città, metafora di un’Europa incompiuta, è il racconto coinvolgente che ci offrono queste pagine.