Rapporto Svimez 2016 sull'economia del Mezzogiorno
Mentre nel 2015 l'economia mondiale ha rallentato, ridimensionando le attese sulla ripresa dell'Italia (che, pur uscendo dalla recessione dei tre anni precedenti, appare debole nel confronto europeo], per il Mezzogiorno è stato un anno positivo, ben oltre le previsioni, che interrompe sette anni consecutivi di recessione e fa segnare una performance persino superiore al resto del Paese. Il "Rapporto SVIMEZ 2016 sull'economia del Mezzogiorno" mostra i tratti più rilevanti di questa dinamica e chiarisce che la sfida è quella di non lasciare che essa assuma il carattere dell'eccezionalità. La ripartenza si inserisce infatti non solo in un quadro di irrisolta emergenza sociale, ma anche di persistenti fragilità. La crescita dell'anno scorso ha ridotto in misura molto parziale il depauperamento di risorse e di potenziale produttivo provocato dalla crisi, che si esprime ancora troppo debolmente ed è concentrato in alcune nicchie produttive, mentre generalmente si confermano i grandi problemi strutturali di competitività legati alla dimensione e alla composizione settoriale. Tuttavia, l'analisi mostra che la "Grande recessione" ha certamente colpito ma non ha fatto venire meno la capacità del Mezzogiorno di rimanere agganciato, com'è accaduto, pur con fasi alterne, dal Dopoguerra ad oggi, allo sviluppo del resto del Paese. Quest'anno, il Rapporto SVIMEZ, ricolloca il Mezzogiorno al centro di una riflessione sull'intero Paese. La soluzione per i problemi strutturali dell'economia italiana non verrà da una ripresa internazionale a cui "agganciarsi", peraltro gravata da pesanti incertezze. Le condizioni e le sfide per la ripartenza del Paese possono trovare risposta solo nel campo dello sviluppo. A fronte delle previsioni via via peggiorative sull'economia italiana, la prospettiva è di rilanciare il Paese dall'interno.
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