Estate-autunno 1944. La Zona libera partigiana del Friuli orientale
"Oasi di libertà nel territorio nemico": così furono definite le Zone libere che si svilupparono nel 1944 nel Friuli e in Italia. Questo libro ripercorre le vicende della Zona libera partigiana del Friuli orientale, nata dalla collaborazione fra formazioni partigiane osovane e garibaldine. Dopo un mese di aspri combattimenti contro i presìdi tedeschi, cosacchi e fascisti, nel luglio del 1944 i partigiani riuscirono a liberare un'ampia area di territorio, comprendente 7 comuni con oltre 20.000 abitanti, instaurando istituzioni democratiche: i cittadini poterono nuovamente partecipare alla vita pubblica, eleggere i propri amministratori, ricostituire i partiti politici, sperimentare nuove forme di autogoverno. Ma questa straordinaria esperienza di libertà ebbe vita breve. A fine settembre dello stesso anno il Comando tedesco, deciso a eliminare la presenza partigiana da un'area strategica per i collegamenti, organizzò un massiccio attacco: migliaia di uomini, fra tedeschi, cosacchi, militi fascisti con carri armati, mezzi corazzati e artiglieria attaccarono la Zona e ne rioccuparono gran parte, incendiando i paesi, costringendo i civili alla fuga o inviando i catturati nei campi di concentramento in Germania. Rimane però, di questo come degli altri importanti episodi di quella che fu definita la "grande estate partigiana" del '44, un'eredità indelebile che ci ricorda come, nei momenti duri della Seconda guerra mondiale furono gettate le basi della Repubblica.