Impresa e «forced labour». Strumenti di contrasto
Il Global Estimate of Forced Labour 2012 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro indica che oltre 21 milioni di persone prestano attività lavorativa sotto minaccia, impossibilitate a lasciare un lavoro svolto sostanzialmente senza retribuzione o altri corrispettivi. Questo volume muove dalla constatazione che le produzioni nelle quali sono coinvolte le vittime di questa "modem slavery" hanno come destinazione i mercati dell'Occidente, assumendo rilevanza strutturale nella dimensione globale dell'economia. Qual è il ruolo della disciplina dell'impresa di fronte a questo fenomeno? Per un'azione di contrasto, finora trascurata ma non oltre eludibile, vengono qui offerte, con approccio interdisciplinare, una ricognizione e una lettura sistematica delle regole - talune frutto di recenti interventi, soprattutto a livello comunitario - che possono rivelarsi utili allo scopo; e soprattutto una riflessione sulle possibilità che concretamente si offrono per incidere sulla logica del vantaggio economico legato allo sfruttamento del "forced labour". Introduzione di Pietro Rescigno.
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