La repubblica dei cuochi
E una mutazione genetica o soltanto una moda, innocua ed effimera come tutte le mode, seppure pervasiva come nessun'altra in passato? Il nostro è un paese che ha fatto ormai del cibo e della cucina una neoreligione, con schiere di adepti zelanti come tutti i neoconvertiti. D'un tratto ci sentiamo tutti cuochi o aspiranti tali. Alla Tv i palinsesti traboccano di programmi di cucina, e poi libri, giornali, riviste, tutti a parlare di cibo, ingredienti e ricette. Ne risente anche la lingua quotidiana: ormai cuoco si dice chef, cibo si dice food, e alzi la mano chi dieci anni fa si sarebbe mai sognato di dire impiattare. Se un tempo le casalinghe consumavano la vita a spignattare fiere e rassegnate nel buio delle loro cucine, oggi ne sono state spodestate. Le star del cibo come Bottura, Cracco & C. sono autentici sex symbol capaci di alimentare non i nostri stomaci ma l'immaginario collettivo. Attenta osservatrice del costume italiano, Guia Soncini usa tutto il suo piglio di scrittrice per raccontarci come sia potuto accadere che gli italiani, gli inventori della pasta e della pizza, si ritrovino oggi a farsi piacere la senapata di albicocche.