Tra carte e scartoffie. Apologia letteraria del pubblico impiegato
Zelanti o lavativi, capaci o perdigiorno, molti giganti della letteratura - da Gogol' a Stendhal, da Svevo a Dickens - hanno indossato le "mezze maniche" del pubblico impiegato, vivendo la quotidianità di quel mondo fatto di mediocrità e routine, ma traendone idee, personaggi, ambienti che hanno ispirato grandi capolavori. Queste pagine ci restituiscono le vicende, ora tristi ora divertenti, spesso surreali, di scrittori e di personaggi immaginari accomunati dal medesimo destino impiegatizio, seguendo le tracce del rapporto tra letteratura e burocrazia in luoghi, culture, epoche, generi assai distanti: dalla Francia alla Russia, dalla Mitteleuropa alla letteratura anglosassone, dai nostri Travet e Policarpo sino alla spy-story e alla fantascienza. E svelando anche legami inconsueti, come quelli tra Balzac e Marx, tra Kafka e Weber o, ancora, tra Tolkien, Asimov e i politologi.
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