In un convegno del 1990 Emilio Franzina tracciò il primo quadro generale sulla memorialistica italiana di matrice autobiografica relativa all’emigrazione. Il saggio, Autobiografie e diari dell’emigrazione, fu poi pubblicato negli atti a cura di Maria Rosaria Ostuni (Studi sull’emigrazione Un’analisi comparata, Milano, Electa, 1991, pp. 221-241). In esso Franzina evidenziava come i sociologi statunitensi prestino attenzione a queste fonti già nel primo Novecento, mentre gli studiosi europei li scoprono nel decennio 1960-1970 sullo slancio di una più generale riflessione letteraria sulla produzione spontanea, o “selvaggia” come era chiamata all’epoca. Gli storici arrivavano invece in ritardo persino sulla tardiva riscoperta e si appassionano a quei materiali solo quando comprendono che la loro lettura permette di ritrovare la voce delle classi subalterne.
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