Diritto pubblico delle religioni. Eguaglianza e differenze nello Stato costituzionale
Dal crocifisso esposto nelle aule scolastiche all'abbigliamento o alle "mutilazioni rituali" delle donne musulmane, dal matrimonio omosessuale a quello poligamico, dalla fecondazione artificiale al "testamento biologico": differenze di vedute e regole di vita opposte, espressive di identità spesso in conflitto. L'ideologia del multiculturalismo ne propugna una "amministrazione congiunta" con le comunità di appartenenza, costringendo però nell'angolo il principio di eguaglianza. Questo libro propone di rovesciare il punto di vista e di declinare anche la tutela delle differenze a partire direttamente dai diritti della persona. Il diritto pubblico delle religioni, come potrebbe definirsi la disciplina che ne risulta, consente di contemperare, grazie alla "norma di riconoscimento" della laicità pluralista, eguaglianza e differenze nel rispetto della dignità e della libertà di coscienza di ogni persona.
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