L'Europa di carta. Stampa e opinione pubblica in Europa nel 2010
Il 2010 è stato un anno di grandi difficoltà per l'Europa e la sua costruzione comunitaria. L'attesa nuova architettura istituzionale, dominata dal Presidente fisso del Consiglio europeo e dall'Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Comune ha faticato ad entrare a regime e Herman Van Rompuy e Catherine Ashton hanno avuto non poche difficoltà nel tentare di ritagliarsi un loro ruolo indipendente accanto a quello dei principali leader nazionali. Ma il 2010 è stato anche l'anno della "grande paura" per la moneta comune. Le crisi successive di Grecia e Irlanda e quelle che diversi analisti paventano (Portogallo? Spagna?) hanno non solo messo a dura prova le nuove istituzioni previste dal Trattato di Lisbona, ma soprattutto hanno risvegliato la tensione tra sovranità nazionali e governo comune, e sovranazionale, dell'Ue. In un quadro in rapida evoluzione, a dominare è stato senza dubbio il protagonismo (per molti, il "non-protagonismo") tedesco, incarnato dal cancelliere Angela Merkel, parte dominante di un nuovo asse franco-tedesco nel quale Berlino ha sostituito Parigi non solo economicamente ma anche politicamente. Se l'evoluzione interna dell'Europa è stata segnata dall'incertezza, non meno complicato è apparso il ruolo dell'Unione nel contesto delle nuove dinamiche multipolari.
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