Ragion pratica (2011). 36.
Dopo essersi imposta, nel decennio scorso, come una delle riviste italiane più aggiornate e autorevoli di filosofia del diritto, della morale e della politica, "Ragion pratica" continua a perseguire il suo ambizioso progetto multidisciplinare: analizzare in termini rigorosi, ma leggibili anche per non specialisti, i problemi più discussi situati all'incrocio fra diritto, morale e politica. "Ragion pratica" risponde a una diffusa e profonda richiesta di normatività: crisi del diritto, vecchi e nuovi dilemmi della morale, richieste di nuove regole del gioco per la politica e l'economia rendono attuale e urgente la discussione sui valori. "Ragion pratica" vuole essere, per usare note formule di Ronald Dworkin e di John Rawls, uno di quei "fori pubblici di principio" che producono la "ragione pubblica" di un paese e di un'epoca. E curata da un gruppo di filosofi del diritto italiani e stranieri, ma è aperta al contributo di filosofi della morale e della politica, storici, sociologi, economisti, giuristi positivi, e di chiunque sia interessato ai grandi temi della discussione etica (morale, politica, giuridica). Articolata in una parte monografica e in rubriche di studi, note e "casi", è una delle poche riviste pubblicate in italiano che sia letta e discussa anche fuori del nostro paese, in particolare nei paesi "latini" del vecchio e del nuovo Continente. Non difende posizioni ideologiche precostituite: è interessata piuttosto alle ragioni, agli argomenti, alle giustificazioni impiegati per difenderle.
Momentaneamente non ordinabile