Proporzionale se vi pare. Le elezioni politiche del 2008
La Seconda Repubblica ha ormai compiuto i quindici anni. In questo arco di tempo si sono svolte cinque elezioni politiche, con due sistemi elettorali diversi: un maggioritario di collegio con quota proporzionale per le prime tre; un proporzionale con premio di maggioranza per le ultime due. In entrambi i casi, sistemi misti portatori di un bipolarismo instabile, che fino al 2006 è stato molto frammentato. Inaspettatamente, nelle elezioni del 2008 - cui questo libro è dedicato - il quadro cambia radicalmente. Da maxi che erano le coalizioni diventano mini; alla Camera dei deputati i gruppi parlamentari si riducono da undici a cinque; i partiti di governo da otto a due. E qui viene utile Pirandello, l'evocazione del quale intende cogliere l'ambiguità del responso elettorale. Date le stesse regole del 2006, il copione pareva già scritto. E invece, con l'entrata in scena di Pd e Pdl, sono cambiati i personaggi principali e con essi il ruolo dei comprimari. Qual è allora il nostro "vero" sistema elettorale? E quali i "veri" risultati che ha prodotto, quelli del 2006 o quelli del 2008? In altri termini, il sistema partitico emerso dalle ultime elezioni è destinato a durare?
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