3 aprile 1900. L'Aventino di Zanardelli
Il 3 aprile del 1900, alla Camera, è posto all'ordine del giorno il voto sulle modificazioni al regolamento dell'Assemblea. La votazione, per alzata e seduta e senza discussione, è in aperta offesa alle vigenti disposizioni regolamentari. L'onorevole Zanardelli, anziano e prestigioso rappresentante della Sinistra liberale, dopo una esplicita dichiarazione di dissenso in cui denuncia il sopruso della maggioranza abbandona l'aula, per non legittimare, nemmeno con la complicità della propria presenza, la violazione alle guarentigie statutarie che si stava per compiere approvando quelle modifiche. Un gesto, il suo, che segna idealmente lo spartiacque fra due epoche della storia d'Italia: il tramonto - con la fine del governo Pelloux - di un modello autoritario fondato sulla accentuazione dei poteri dell'esecutivo e della pubblica amministrazione, e l'awio - con il nuovo governo Zanardelli-Giolitti - di un modello parlamentare e democratico fondato su un sistema di mediazione degli interessi organizzati e sulla gestione dei provvedimenti di legislazione sociale. In una parola, il passaggio dal liberalismo risorgimentale a quello democratico.
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